Rischio tsunami sull'Etna? Gli scienziati installano una rete geodetica ai piedi del vulcano più grande d'Europa

Le misurazioni effettuate dai satelliti indicano che il fianco orientale dell'Etna sta lentamente scivolando verso il Mar Ionio. Tuttavia, queste misurazioni tengono conto solo della parte del vulcano che si trova al di sopra della superficie dell'acqua, poiché i segnali satellitari non possono penetrare nell'acqua e misurare i movimenti e le deformazioni del terreno sott'acqua. Per questo motivo, giovedì scorso gli scienziati di Kiel sono partiti con la nave da ricerca Poseidon per allestire una nuova rete di rilevamento al largo della costa siciliana, in modo da effettuare misurazioni della parte sommersa del vulcano. Con sette eruzioni dall'inizio del millennio, l'Etna in Sicilia è il vulcano più attivo d'Europa. Le sue colate laviche hanno ripetutamente distrutto case, strade e altre infrastrutture nelle vicinanze. La città di Catania, situata ai piedi dell'Etna, è un importante centro industriale dell'Italia meridionale con circa un milione di abitanti. Non sorprende che gli scienziati e le autorità del luogo monitorino molto attentamente lo stato del vulcano. Ci sono stazioni che utilizzano dati satellitari per rilevare con precisione il movimento della montagna. Ora il monitoraggio sarà ampliato con l'aiuto degli scienziati del GEOMAR. A bordo di Poseidon ci sono sistemi di monitoraggio simili a quelli installati nei fondali marini in regioni a rischio sismico come Istanbul e al largo del Cile settentrionale. La responsabile del progetto, la dottoressa Morelia Urlaub (del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel), ha spiegato che i loro sistemi utilizzano una variante basata sul suono che apre nuove strade alla ricerca sui rischi naturali negli oceani. Durante questa spedizione, i ricercatori installeranno sei stazioni geodetiche a 700 metri di profondità al largo della costa orientale della Sicilia. Utilizzando il suono, le stazioni geodetiche misureranno la distanza l'una dall'altra con una frazione di centimetro. La rete di monitoraggio sarà completata da tre inclinometri a terra e da sei sismometri classici per i fondali oceanici, in grado di rilevare anche le più piccole vibrazioni del sottosuolo. Un leggero movimento dei fianchi del vulcano può segnalare un'eruzione imminente e le frane sottomarine possono scatenare uno tsunami. Ciò rappresenterebbe un pericolo per l'intera regione, in particolare per le coste densamente popolate del Mediterraneo, dove milioni di turisti si riuniscono durante i mesi estivi. "L'idea di uno tsunami nel Mediterraneo non è stata evocata dal nulla. Un terremoto nello Stretto di Messina nel 1908 ha scatenato uno tsunami, uccidendo circa duemila persone", ha detto il professor Krastel in tedesco. La geodesia marina, il rilevamento della Terra sott'acqua basato sul suono, è ancora un metodo molto nuovo utilizzato nella ricerca dei rischi naturali. Tuttavia, il dottor Urlaub ha espresso la speranza che le conoscenze sui movimenti dell'Etna possano essere ampliate in seguito.